E cosa rappresenta la fine della globalizzazione e dell’internazionalismo di facciata della nostra società più della maglietta di una squadra di calcio? Oggi è più interessante vedere cosa succede a Kaliningrad che a New York». «Il valore culturale di una maglietta da calcio», come l’ha definito Calum Gordon su Garage Magazine, è tale, oggi più che mai, da servire da metro e misura delle identità nazionali. Dalle idee originali dei programmi sono nati modi di dire, tormentoni o stili comici che ancora oggi si possono ritrovare in alcune delle espressioni più famose che vengono riproposte sia in TV che nel parlato comune. A partire da quel decennio, in coincidenza con l’esplosione delle sperimentazioni stilistiche nel mondo del calcio, le divise dei numeri uno sampdoriani iniziarono a mostrare le fantasie più disparate: una consuetudine che proseguì anche per gran parte degli anni 1990, così come il perdurare dell’assenza di una striscia colorata sopra al busto; il blucerchiato fece sì la sua comparsa, ma in tono minore, limitato a fregi o altri dettagli secondari. Oggi, per celebrare questa fantastica jersey, nel tempo realizzata da tutti i più noti produttori di divise da calcio, raccogliamo le più belle maglie con lo scaglione, tra certezze, sorprese e ricordi.
127; P. Rauti, R. Sermonti, Storia del fascismo nel grande conflitto, p. In qualità di presidente della Repubblica nel 1979 conferì, per la prima volta dal 1945, il mandato di formare il nuovo governo a un esponente laico, il repubblicano Ugo La Malfa, incaricando quindi, con successo, nel 1981, il segretario del PRI Giovanni Spadolini (primo non democristiano ad assumere la guida del governo dal 1945), e nel 1983 il segretario del PSI Bettino Craxi (primo uomo politico socialista a essere nominato presidente del Consiglio nella storia d’Italia). Sono molti quelli che nonostante tutto continuano a farlo, la classe lavoratrice e le sue organizzazioni non sono poi così malleabili e credulone come il governo vorrebbe dare a intendere. I totem del tifoso come quelli del chav, il tamarro inglese, o come il look sportivo-trasandato dell’ex blocco sovietico tanto caro a Balenciaga: la moda, si sa, si appropria di tutto, e di tutto rigurgita una versione nuova. Tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, poi, il calcio ha anche prodotto una sua specifica sottocultura stilistica, quella casual, che ha esteso i confini dei marchi legati al tennis, uno sport notoriamente elitario, a quelli più popolari delle tribune degli stadi.
Approfittando dell’ampia visibilità, del coinvolgimento del pubblico, del targeting specifico e delle opportunità di sponsorizzazione, puoi promuovere la tua marca in modo strategico durante questi eventi sportivi molto seguiti. La proposta di adidas include capi dal design distintivo, caratterizzati dall’azzurro tipico della maglia, perfetti non solo per il tifo durante le partite, ma anche per essere indossati nella vita di tutti i giorni, aggiungendo un tocco di eleganza sportiva al tuo guardaroba e permettendo a chiunque di mostrare il proprio sostegno alla squadra in modo versatile e originale. Nel corso degli anni, sono stati tanti i giocatori a imporsi come icone nella cultura pop per il modo in cui si vestivano, da Pelé a Johan Cruijff, da George Best a David Beckham fino a Héctor Bellerín, fan di Gucci, Balenciaga e Supreme. Le frasi sul calcio da tatuare diventano quindi un modo per esprimere la propria devozione verso questo sport, incanalando i sentimenti più profondi e le esperienze vissute sul campo. La rampa parte dalla strada, e nasconde il campo. È vedere i ragazzi che salgono la rampa che porta al campo XXV Aprile di via Marica, a Pietralata.
I ragazzi si girano, vedono il campo, vedono i compagni che sono già arrivati, e sorridono. Sempre nei primi anni novanta, i giocatori non italiani di rilievo ad aver giocato nel Foggia sono Dan Petrescu, Igor’ Šalimov, Igor’ Kolyvanov e Bryan Roy. Gli hooligan indossavano Lacoste e Stone Island per non farsi riconoscere dai poliziotti e omaggiare “in eleganza” la loro squadra del cuore: i rapper afroamericani di quegli anni ne rimarranno talmente affascinanti da adottare quello stile, che sapeva di cool europeo e raccontava di battaglie epiche come quelle tra le crew rivali. I fan ne copiano lo stile, il taglio di capelli, gli accessori più vistosi: come dimenticare i brillantini alle orecchie, il codino da samurai o le treccine di Beckham nei primi anni Duemila? Vi aiuteremo a configurare la personalizzazione dei capi grazie alle nostre tecnologie. Ricorda di prendere in considerazione tutti i fattori citati per scegliere la maglia che migliore si adatta alle tue esigenze.
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