Si era appena finito di elogiare il grande calcio spagnolo, sia di Nazionale che di club, e il neogrande calcio tedesco (di club) lo ha sbriciolato nell’andata in Germania delle prime due semifinali di Champions League: 4 a o del Bayern Monaco sul Barcellona ormai troppo Messidipendente, 4 a 1 del Borussia Dortmund sul Real Madrid. Prima di tutto gli stipendi dei calciatori; altrove incidono per il 62-64 per cento dei ricavi, in Germania solo per il 45 per cento. Da noi si grida al miracolo per ogni insignificante incremento (siamo distanziati di circa 15 mila presenze a partita, un’enormità), in Germania dovrebbero far festa a oltranza. Un piccolo grande miracolo. Suggerimento per consolarci di fronte ad un grande calcio in cui le nostre squadre non giocano più: almeno gli allenatori ci rappresentano, numerosi e bravi e fatti ricchissimi in Inghilterra come in Russia, in Cina come in Francia. Classifica A5 : Cristian Bisonni , Marco Conti , Giampaolo Mastroianni , Alessio Galuppo , Giovannetti , Ponzo , Risa , Grande , Ulisse , Rinicella . L’agonia del neonato Parma Football Club è presto conclusa: alla vigilia della stagione 1969-1970, la dirigenza rinuncia all’iscrizione, lasciando il testimone del calcio cittadino all’altra società di Parma, la Parmense che, mettendo mano al portafoglio, acquista per 20 milioni dal vecchio Parma titolo sportivo e alcuni giocatori.
Perché si spende meno anche per altre voci di bilancio. I miei genitori sono stati fantastici perché non mi hanno mai forzato né gasato. Ci sono intrecci di fronte ai quali i nostri pur fervidi giochetti sul calciomercato appaiono misere cose. Alla fine se le cose non hanno funzionato non è colpa sua: in campo ci andiamo noi, mica l’allenatore». Contano gli stadi, tra le altre cose. I nodi prima o poi vengono al pettine, gli errori si pagano … 34′ – Lancio in avanti per Speziale che di petto, spalle alla porta, aggiusta di prima intenzione il pallone per Della Cristina. Senza dimenticare il calciomercato: nessuna corsa ai fuoriclasse strapagati (fatta eccezione per Javi Martinez del Bayern Monaco, mentre il Borussia Dortmund è passato nel giro di pochi anni da club a rischio fallimento a potenza del calcio europeo acquistando al risparmio gente come Lewandovski e Goetze, che ora costano un occhio della testa), piuttosto ci si butta su calciatori di medio livello a prezzo di saldo. Normale se negli ultimi 10 anni l’età media dei giocatori autoctoni della Bundesliga è scesa da 28,8 a 25,3 anni e se il 27,5 per cento dei calciatori del campionato è composto da under 23 di nazionalità tedesca.
Ormai la Bundesliga non teme paragoni: è il campionato più visto, con una media spettatori ben superiore alle 40 mila unità a partita. Età media di soli 25 anni (al Mondiale sudafricano più giovani erano solo Ghana e Corea del Nord), travaso continuo dalle giovanili (under 21 e under 17 campioni d’Europa in carica) alla nazionale maggiore. E se la Bundesliga è alle spalle della Premier League in fatti di ricavi, il calcio tedesco primeggia in quanto a utile d’esercizio, di gran lunga il migliore d’Europa. E ciò non ha impedito al Bayern Monaco di disputare 2 finali di Champions League in 3 anni, in attesa della probabile terza, che potrebbe essere un derby tedesco col Dortmund. Intanto gli sceicchi arabi e gli oligarchi russi investono sempre e sempre più sul calcio inglese (quello tedesco è ricco di suo, come ancora quello spagnolo). Gli allenatori colpevoli del sensazionale negativo sono uno spagnolo minacciato di tumore, Vilanova successore fatto in casa di Guardiola, e un portoghese sempre sul piede di partenza, il celeberrimo Mourinho. Perché il calcio tedesco, per certi versi, è unico al mondo: le associazioni sportive sono società di capitale controllate per almeno il 51 per cento dai tifosi.
In campionato, spazio ai tifosi della curva, quelli che preferiscono stare in piedi. Imbarazzante il paragone con quelli italiani. Gli impianti di ultima generazione (autentici gioielli quelli costruiti per il Mondiale, altro che i soldi sperperati per Italia ’90) prevedono solo posti a sedere che non piacciono a quelli della curva? Nessun problema. Nella competizioni europee, dove vige l’obbligo, solo posti a sedere. Solo un paio d’anni fa Drake si è ritrovato suo malgrado su Instagram con una maglia rosa della Juventus, contribuendo ad aumentare le vendite di quella divisa. Nell’anno del 115° anniversario dell’esordio delle mitiche strisce orizzontali bianco/verdi, l’azienda americana ha celebrato al meglio una divisa veramente unica per tradizione e colori. Il resto viene da sé: vietato sperperare quattrini, che invece entrano in cassa in gran quantità proprio per l’impressionante seguito che ha il calcio. Gli sponsor fanno a gare per imprimere il proprio marchio sulle maglie delle squadre tedesche, che ne ricavano oltre 100 milioni di euro, la cifra più alta in Europa.
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