Maglia Borussia Gladbach away 2015-2016 La Spagna del calcio degli anni ’90 e ‘2000 (che trova il proprio momento fondante nella Quinta del Buitre prima e nel Dream Team di Cruijff poi) ugualmente ha creato una propria cultura, l’ha coltivata (al di là delle ricorrenti considerazioni superficiali della stampa specializzata e dei tifosi iberici su cosa è buon calcio e cosa no), l’ha difesa, l’ha affermata, e ha raccolto i frutti che meritava. Poi si riesce pure a tenere palla un po’ di più, con Stekelenburg che non ha nessuna fretta a cincischiare passandosela coi difensori (anche questo fa brodo nella battaglia per assicurarsi il controllo del tempo oltre che dello spazio, le due dimensioni fondamentali del gioco), ma soprattutto riesce ad attivare Kuijt e Robben in zone più avanzate. A differenza dei tedeschi pressa subito i difensori spagnoli, impedisce ad Iker di giocare corto dal fondo e soprattutto non concede lo spazio tra le linee.

cat lying down and sleeping OLANDA (4-2-3-1): Stekelenburg; Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst (dal 15’ p.t.s. A questo (e a un giallo scampato da Sneijder, che coi tacchetti ci va sulla coscia di Busquets) durante i 120 minuti, e non proprio verso la fine, si sarebbe potuta anche aggiungere una seconda ammonizione per Van Bommel, francamente sgradevole per la reiterata durezza delle entrate e gli atteggiamenti sempre antipatici tanto verso i giocatori avversari come verso l’arbitro. Robben, Sneijder, Kuyt (dal 25’ s.t. SPAGNA (4-1-4-1): Casillas; Sergio Ramos, Piquè, Puyol, Capdevila; Busquets; Pedro (dal 14’ s.t. Ramos al 76’ fallisce un’altra ghiotta occasione (su un calcio d’angolo non lo marca nessuno ma lui di testa manda sopra la traversa), al 77’ Iniesta rischia per una reazione su Van Bommel, ma la bomba è all’82’, su un casuale ma affilatissimo contropiede olandese: ancora Robben sbuca e si beve tutti i metri di vantaggio di Puyol, va come un treno ma non riesce a dribblare Casillas. Sempre il mitico Van Bommel: la Spagna sta attaccando sulla trequarti avversaria, butta il pallone fuori per far soccorrere un giocatore, e a quel punto Van Bommel non solo lo restituisce lontanissimo (cosa che purtroppo fanno tutti), ma evita apposta di restituirlo a Casillas, per destinarlo invece, con un sapiente tocco d’esterno in fallo laterale, vicino all’area spagnola, per dare agli olandesi il vantaggio di poter salire a pressare la rimessa.

Van Bommel, De Jong (dal 7’ p.t.s. Quando la Spagna ha il pallone, De Jong (più spesso di Van Bommel) è l’ombra di Xavi, Van Bronckhorst segue Pedrito fino ad accentrarsi o salire tantissimo abbandonando la posizione di terzino sinistro e a coprirlo è Kuijt, che segue invece Ramos. La prima mossa è di Del Bosque, con Navas al posto di Pedrito (che certo non ha replicato la brillante prova con la Germania). Anche se attraverso la zona imbastardita di cui sopra, l’Olanda toglie alla Spagna la chiave tattica della gara contro la Germania, ovvero gli appoggi sulla trequarti di Pedrito “alla Silva” e di Iniesta. Giocando praticamente uomo contro uomo, il primo duello perso rischia di farti trovare tutto scoordinato col resto della squadra, però gli olandesi duello dopo duello riescono ad impedire alla Spagna di fare il suo calcio, spesso e volentieri ricorrendo alla violenza. Effettuiamo spedizioni in tutto il mondo. Dopo l’Europa, il mondo. Siamo fornitori ufficiali delle squadre de LaLiga e della Serie A. Nel nostro negozio online serviamo i clienti di tutto il mondo in tempi record. Son giocatori con le idee chiare, “istruiti” oltre che talentuosi, maglie da calcio più belle facilmente portati ad amalgamarsi in base a queste caratteristiche (la Spagna di Aragonés arrivò a giocare a memoria non certo perché Luis stava lì tutto il giorno a organizzare tattiche in laboratorio come un Bielsa…).

Come la Germania 1972-1974 e la Francia 1998-2002, anche la Spagna consegue la doppietta fra titolo continentale e mondiale. Non sarà ortodossa, ma comunque l’Olanda in questo modo riesce ad accorciare tantissimo lo spazio giocabile, come non era riuscita a fare la Germania. La filosofia di gioco infatti c’era, ma è stata applicata in maniera convincente così poche volte (sostanzialmente contro la Germania e nei 20 minuti iniziali con il Portogallo) che non si può dire che si tratti di una vittoria della stessa, dell’affermazione di un modello, come avvenne invece nelle ultime due gare dell’Europeo 2008 o nelle vittorie del Barcelona a livello di club. Il 4 agosto, in uno stadio di Wembley senza pubblico, va in scena come finale un nuovo West London Derby contro il Brentford: i tempi regolamentari scorrono senza grandi emozioni con uno sterile dominio dei Whites ma nei supplementari si scatena il capitano Joe Bryan, a segno con una beffarda punizione dalla trequarti (complice il cattivo piazzamento del portiere avversario) e poi in contropiede. Questo cambia anche le esigenze degli allenatori: è un momento in cui ci si può giocare maggiormente la carta della velocità e degli uno contro uno, e praticamente tutti i cambi risponderanno a questa logica.