Tra le varie storie dedicate al calcio c’era anche questa, una storia che vedeva Paperone mecenate interessato della squadra dei nipotini, che portava in trasferta all’estero nel poverissimo paese sudamericano di Puerto Boletas. Giorgio Cavazzano crea un nuovo cast di comprimari, come i compagni di squadra di Qui, Quo e Qua, il capitano della nave cavoliera su cui viaggiano, il proprietario dell’albergo dove alloggiano e soprattutto il presidente di Puerto Boletas, caratterizzato da un paio di indimenticabili baffoni. Si tratta di una lunga avventura in 12 episodi che vede protagonisti Qui, Quo e Qua insieme a Paperino e Paperone, per una volta nel ruolo di spalla dei nipotini, catapultati in un mondo fantastico in cui un gruppo di ribelli umani resiste contro i crudeli Morg. Dato che i motivi dietro all’abbandono non sono chiari (si citano mancanza di fondi, perdita di interesse, incomprensibilità tra Disney e Dalì), lo sceneggiatore Roberto Gagnor riempie i buchi fornendo un’ironica interpretazione del perché ci sia voluto mezzo secolo per completare Destino, cogliendo l’occasione di inserire riferimenti al mondo di Dalì (i quadri celebri ma anche la tuta da sommozzatore o il telefono aragosta). Poi la molla. Perché il calcio è una malattia.
Della mia città. ‘La piccola Svizzera’, perché Cava è un gioiello, qui si vive benissimo, non la cambierei nemmeno con New York… La fede è molto importante nella mia vita». La avrei cercata per anni, o mesi, o forse solo settimane – so solo quanto intensamente la cercai, e quanto ancora la mia memoria sia lì, tesa, alla spasmodica ricerca di una lettura incredibile. Ma Di Francesco non è solo un grande allenatore, anche a livello umano sa farsi apprezzare: dalla beneficenza non sbandierata ai rapporti d’amicizia (vera). Il livello è sempre più alto, in Europa le squadre italiane sono sempre più competitive e gli stadi sono sempre più pieni. Un colletto divenuto iconico grazie a Cantona, calciatore che più di altri ha saputo guidare la crescita del club ma anche dell’intero movimento calcistico inglese, elevando il livello della Premier. Nel corso della storia del campionato, molti dei top club spagnoli si sono distinti per i loro titoli e le loro prestazioni sul campo.
Su tutto spicca il design dei draghi. Ci sono pagine disegnate esclusivamente a strisce “widescreen”, altre spezzettate in una moltitudine di quadretti e una (quasi) splash page; una doppia pagina rappresenta la pianta di Anderville su cui si sovrappongono sette vignette, una per ogni luogo che Topolino visita durante l’indagine; due pagine mute sono dedicate al sopralluogo dello studio di Sonny, tutto giocato sugli oggetti e sugli sguardi del protagonista. Per cui tutto dipende dalla rescissione contrattuale che opererà lo stesso Tavano, probabilmente entro il fine settimana. Di Godín, comunque, anche i tifosi italiani si ricordano bene dato che è stato il grande protagonista di quella tragicommedia conosciuta come Italia-Uruguay, ultima partita del girone D del Mondiale 2014. La partita si gioca nel caldo-umido di Natal e non è quella che si può definire una bella partita: entrambe le squadre, reduci da deludenti risultati (sconfitte, l’Italia 1-0 e l’Uruguay 3-1 dalla sorprendente Costa Rica), debbono forzatamente vincere per poter passare il turno, e la paura e l’ansia di perdere dominano e condizionano il match.
Gli sceneggiatori della serie, principalmente Tito Faraci e Francesco Artibani, giocano sugli stereotipi del genere hard boiled precipitandoci dentro Topolino, che si ritrova spiazzato dalla situazione molto diversa da quella a cui è abituato: ad Anderville non ci sono poliziotti compiacenti che chiedono aiuto ai detective dilettanti, né criminali pasticcioni e sovrappeso, bensì terroristi, politici corrotti, gangster. L’autore dei testi era strano, un nome che non avevo mai letto su un Topolino e che sembrava molto simile a quello di un giocatore di calcio: Gianluca Vialli. Si nota subito che si tratta di un lavoro molto sentito, nel quale ha messo se possibile più impegno del solito. L’altra singolarità sta nel fatto che Topolino e soci appaiono qui nel loro look classico: il Topo ha i pantaloni corti e rossi e occhi completamente neri, mentre Minnie è raffigurata con il gonnellino a pois, dando alla storia una nota vintage che accompagna la scelta di una colorazione che ricorda quella delle sunday page americane. La migliore delle storie di Reginella, o almeno quella in cui si sviluppa di più la storia d’amore tra lei e Paperino. Penso di non aver mai visto in nessun altro fumetto un modo migliore per rappresentare l’amore travolgente e insieme imbarazzato, quasi adolescenziale: l’incredulità da “apparizione della Madonna” della prima vignetta diventa stupore da occhi sgranati e rossore, sorriso ebete di gioia incredibile e suprema (terza vignetta) e infine ginocchia molli e tremolanti.