Insomma un fascino tutto particolare, legato alla storia ma anche a quella maglia arancione, così particolare, bella, inequivocabilmente unica agli occhi di chi mastica calcio e non solo. Non solo tifo, non solo i social, ma un vero e proprio esperimento sociale. BARCELLONA (casa) – ufficiale – Ritorno all’antico, con le bande blaugrana che si fanno più larghe e sono solo tre. Dopo tre anni di militanza nel campionato cadetto, a seguito della sconfitta in casa contro il Benevento per 1-4 nella trentacinquesima giornata, il Pordenone retrocede in Serie C con tre giornate di anticipo. Da segnalare la sconfitta in finale di Coppa Italia Dilettanti Abruzzo ai rigori contro il Sambuceto. Le contromisure portano un qualche risultato e alla penultima giornata i virgiliani si issano fuori dalla zona playout, salvo poi rientrarci a seguito della sconfitta contro il Padova nell’ultima partita della stagione regolare; il doppio confronto contro l’AlbinoLeffe viene vinto da quest’ultima, sancendo (per la prima volta dal 1954) la retrocessione sul campo del Mantova tra i dilettanti.
E’ il 18 di dicembre 2016. In un freddo pomeriggio domenicale, un ragazzo extracomunitario, Junior Karamoko Doukoure, entrando in campo a inizio ripresa nella partita fra Atletico Cabras e C.R. Al di là dei grandi risultati sul campo si sottolinea la maglia home di quella stagione, con la classica suddivisione tra bianco e blu (a sinistra e a destra) e con l’efficace inserimento di dettagli in rosso. Tanto che non so quanti lo considerino davvero un gioco (eppure si dice “il gioco del calcio”): semmai potrebbe essere una versione incruenta (ma neanche tanto) della guerra, combattuta con strategie e tattiche e tutto l’ardore di cui si è capaci, al comando di un “generale” che osserva e dà ordini fuori dal campo di battaglia, come gli antichi condottieri. A Trieste, sul terreno di gioco a fine partita, nell’aprile del 1990, i Boys si scontrano con gli ultras triestini. Nel gioco del calcio, la robusta maglia di corda fissata ai montanti, alla traversa e al terreno dietro e lateralmente alla porta, tenuta sufficientemente tesa da sostegni metallici, in modo da non disturbare il portiere e da trattenere il pallone: tirare in r. Un ragazzo conquista una bandiera biancorossa sul terreno di gioco prima della partita.
Nell’ottobre 1995, sempre a Padova, i Boys si scontrano coi padovani prima della partita. Scontri al bar “Primavera” a Parma prima della partita di andata 16/17, che lasciarono in entrambi i gruppi tante diffide. Scontro sfiorato poco prima Parma-Spal del 27 gennaio ’19 tra una 50ina di spallini e una 20ina di parmensi, vicino lo stadio. 10 ultras parmensi sono stati individuati e diffidati in seguito a scontri avvenuti la mattina di Cremonese-Parma del 20 gennaio 2018, protagonisti di un exploit di violenza con ferimento di un cremonese e danneggiamenti di vario tipo.I cremonesi, desiderosi di vendetta cercano di raggiungere il gruppo di parmensi, ma, grazie all’intervento della Digos, si riesce ad evitare il contatto tra le due fazioni. A Parma, ai primi di settembre ’85, contro i grigiorossi in Coppa Italia, i Boys conquistano lo striscione “Collettivo Ultras”, esposto a Cesena il 4/01/87. Dopo la ventina di sciarpe rubate a fine gennaio 1989, scontri a Parma a fine aprile del solito anno. Pisa: ai primi d’aprile 1987 i parmensi rubano lo striscione “Boys” ai pisani. Un ferrarese, animato da spirito di vendetta, torna a Parma per un raid notturno durante la settimana successiva, lanciando una molotov contro la sede dei “Boys”.
Nella gerarchia dei ‘cani sciolti’ dei tumultuosi anni sessanta, Mondonico viene subito dopo Meroni, Best, Zigoni, Bob Vieri e Vendrame tanto per citare i casi più clamorosi. Cremonese la possibilità di utilizzare le strutture universitarie per l’organizzazione di eventi con i partner commerciali e istituzionali della squadra e la possibilità di organizzare due giornate di approfondimento su temi di livello nazionale legati allo sport e alla formazione con testimonial d’eccezione. La filosofia di gioco infatti c’era, ma è stata applicata in maniera convincente così poche volte (sostanzialmente contro la Germania e nei 20 minuti iniziali con il Portogallo) che non si può dire che si tratti di una vittoria della stessa, dell’affermazione di un modello, come avvenne invece nelle ultime due gare dell’Europeo 2008 o nelle vittorie del Barcelona a livello di club. Dal 2010 il Pordenone usufruisce del Centro sportivo Bruno De Marchi, ubicato in località Villanova di Sotto a Pordenone, per accogliere le sedute d’allenamento di tutte le selezioni societarie e le gare casalinghe delle squadre giovanili. I salotti delle televisioni a pagamento si sono esaltati non poco ad elogiare i bianconeri per l’ennesimo titolo.