In questo articolo esploreremo i siti di maglie calcio più affidabili in cui è possibile acquistare prodotti originali, con l’obiettivo di aiutarti a scegliere quello più adatto alle tue esigenze. Le sedie pieghevoli Flash Furniture sono utili per tutte le tue esigenze temporanee di seduta. Il profilo scelto per risollevare l’attacco del Milan è Carlos Bacca, reduce da due stagioni oltre i venti gol al Siviglia. Amendola scrisse che il patto di unità d’azione tra i due partiti era allora «del tutto inoperante». Tuttavia, dal diario di Calamandrei emerge che in realtà l’attacco al “Bozen” fu pianificato in maniera completamente autonoma, risultando eseguito il giorno dell’anniversario dei Fasci del tutto casualmente. Il giorno successivo i tedeschi eseguirono per rappresaglia l’eccidio delle Fosse Ardeatine, uccidendo 335 uomini tra prigionieri politici, ebrei e persone rastrellate a caso nei dintorni di via Rasella. Rasella per colpire il “Bozen” già in «un pomeriggio della seconda settimana di marzo», ma avevano dovuto rinunciare all’attacco a causa della mancata apparizione della colonna in quel giorno e nei successivi. Vari ex partigiani socialisti, tra cui Matteo Matteotti e Leo Solari, negli anni novanta hanno sostenuto che all’epoca Pertini, in due riunioni con alti dirigenti del suo partito alla fine di marzo e alla fine di aprile 1944 (poco prima della sua partenza per il nord), avrebbe duramente criticato l’azione come espressione di avventurismo irresponsabile.

In particolare, Matteotti (all’epoca segretario della Federazione Giovanile Socialista e membro di una formazione armata socialista comandata da Eugenio Colorni) ha dichiarato che Pertini era contrario ad attaccare un reparto militare tedesco, temendo «che ci fossero delle rappresaglie sproporzionate rispetto all’efficacia dell’azione», ed era favorevole a organizzare una manifestazione di protesta davanti alla sede de Il Messaggero per il rispetto della città aperta, in modo che «il coraggio della gente si potesse manifestare con una chiara protesta contro le truppe occupanti, ma con l’intento di non arrivare ad uno scontro armato». Con sentenza emanata in data 11 maggio 1957 e pubblicata il successivo 2 agosto, la Corte di cassazione ribadì il carattere di legittima azione di guerra dell’attentato, disattendendo la tesi dei ricorrenti secondo i quali non avrebbe potuto trattarsi di atto di guerra in quanto all’epoca Roma era città aperta. Con sentenza in data 5 maggio 1954, la Corte d’Appello civile di Roma confermò la sentenza di primo grado. Il Tribunale di Roma, con sentenza in data 26 maggio-9 giugno 1950, respinse la richiesta di risarcimento e riconobbe che l’attentato «fu un legittimo atto di guerra», per cui «né gli esecutori né gli organizzatori possono rispondere civilmente dell’eccidio disposto a titolo di rappresaglia dal comando germanico».

L’evasione dal carcere dei sette antifascisti salvò con tutta probabilità la loro vita: non v’è dubbio infatti che, se ancora detenuti alla data del 24 marzo 1944, i loro nominativi sarebbero stati inclusi nell’elenco dei Todeskandidaten (condannati a morte o colpevoli di reati passibili di condanna a morte) da fucilare per rappresaglia alle Fosse Ardeatine. «arrestato perché scambiato per Nenni e unito poi al processo degli altri come socialista», il che lascerebbe pensare che, pur trattandosi di un antifascista, egli non appartenesse al PSIUP. Nel 1948 nel corso del processo contro il colonnello delle SS Herbert Kappler per la strage delle Fosse Ardeatine, Amendola, Pertini e l’azionista Riccardo Bauer, in qualità di allora responsabili militari rispettivamente del PCI, del PSIUP e del Partito d’Azione, dichiararono che l’attentato di via Rasella era stato conforme alle «direttive di carattere generale» della giunta militare. Su sollecitazione del segretario socialista Pietro Nenni, il 31 marzo Bonomi accettò di scrivere a nome del CLN «una nota di indignazione e di protesta» verso la strage delle Fosse Ardeatine. Nel pomeriggio del 26 marzo si riunì la giunta militare del CLN, nel bel mezzo della crisi che da febbraio attraversava l’organismo politico e che, proprio la mattina del 24 marzo, aveva spinto il suo presidente Ivanoe Bonomi a rassegnare le dimissioni, sospettando che le sinistre stessero preparando un governo rivoluzionario.

Il “Bozen” era formato da altoatesini arruolati nella polizia dopo che, nell’ottobre 1943, la provincia di Bolzano era stata occupata dai tedeschi e inserita nella cosiddetta Zona d’operazioni delle Prealpi, sulla quale la sovranità della RSI era nominale. Perciò fui d’accordo, a posteriori, seconda maglia roma 2025 con la decisione che era partita da Giorgio Amendola». Secondo le memorie di Giorgio Amendola, durante la riunione egli chiese che fosse emanato un comunicato che, oltre a condannare l’eccidio delle Fosse Ardeatine, rivendicasse l’azione partigiana in Via Rasella. Giorgio Amendola riferì che i rapporti dei socialisti con il PCI in quella fase non erano buoni. La rivendicazione del PCI avvenne su l’Unità clandestina del 30 marzo tramite un comunicato dei GAP scritto da Mario Alicata (datato 26 marzo), in cui tra l’altro si affermava che, in risposta al «comunicato bugiardo ed intimidatorio del comando tedesco», le azioni gappiste a Roma non sarebbero cessate «fino alla totale evacuazione della capitale da parte dei tedeschi».

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