Il campionato mondiale di calcio 2002 o Coppa del Mondo FIFA 2002 (in coreano: 2002년 FIFA 월드컵, 2002nyeon FIFA woldeukeob, in giapponese: 2002 FIFAワールドカップ, 2002 FIFA wārudokappu, in inglese: 2002 FIFA World Cup), noto anche come Corea del Sud-Giappone 2002, è stato la diciassettesima edizione della massima competizione per le rappresentative di calcio (squadre comunemente chiamate “nazionali”) maschili maggiori delle federazioni sportive affiliate alla FIFA. Nello stesso anno la Corea del Nord si disse disponibile a organizzare il mondiale congiuntamente con la Corea del Sud. Dopo diversi incontri tra le delegazioni delle due Coree, la Corea del Sud ha ufficializzato la candidatura congiunta con il solo Giappone, precisando che la scelta era dovuta alla difficile situazione politica in Corea del Nord, che avrebbe reso difficile l’approdo di turisti nel paese, e allo sviluppo economico e industriale tra i più poveri del mondo. Nel 2015, a seguito della maxi-inchiesta da parte del Federal Bureau of Investigation e del Dipartimento di Giustizia USA sulla corruzione nella FIFA, venne compreso che la partita era stata condizionata a danno della nazionale italiana. Al girone finale presero dunque parte la Svezia, la Spagna, l’Uruguay e i padroni di casa del Brasile, ormai largamente favoriti.

a close up of a soccer jersey with the number sixteen on it Gli impianti minerari del bacino carbonifero del Sulcis, si trovavano per la maggior parte nel territorio di Carbonia alcuni dei quali riconvertiti ad uso museale o come siti di memoria collettiva dell’epoca mineraria. Arbitro della finale fu Pierluigi Collina, secondo italiano a dirigere la gara per il titolo in un campionato mondiale, 24 anni dopo Sergio Gonella nel 1978 in Argentina. In Cile-Spagna e Cile-Brasile, il portiere cileno Sergio Livingstone divenne il primo portiere nella storia dei mondiali a giocare con maglie a maniche corte (cosa che non accadde fino al 1998, quando il portiere francese Fabien Barthez fece lo stesso). Fu il primo mondiale a mostrare i numeri sulle maglie dei giocatori; dai mondiali 1954 in poi i numeri di maglia saranno fissi per ogni giocatore anziché per ruolo. Come deciso dalla FIFA il 31 maggio 1996 a Zurigo, per la prima volta nella storia i campionati mondiali di calcio sarebbero stati organizzati da due Paesi. Era la prima volta che lo Stato nordcoreano, noto per il suo opprimente governo dittatoriale di ideologia comunista e l’isolamento internazionale da esso imposto, apriva le porte a un evento di portata mondiale (a eccezione delle Olimpiadi di Seul del 1988, in cui però il paese aveva più che altro cercato di imporre l’organizzazione congiunta).

Questo significava che per la prima volta le squadre ammesse di diritto alla fase a gironi sarebbero state tre: la Corea del Sud, il Giappone (entrambe ospitanti) e la Francia campione del mondo in carica. Fu anche l’ultima edizione a prevedere il golden goal (ufficialmente soppresso due anni più tardi) nelle fasi a eliminazione diretta, la prima a permettere 23 convocazioni per squadra nazionale invece di 22 e l’ultima in cui si disputò l’incontro d’apertura con la squadra campione uscente; dal successivo torneo, infatti, tale diritto sarebbe spettato alla squadra del paese ospitante. Qui la maglia della squadra locale è un must e la vedi indossata anche normalmente in strada, dal neonato e fino al pensionato. Si narra, allora, che gli azzurri, venuti a sapere del risultato del Milan in Romagna, e quindi consci del fatto che una loro vittoria avrebbe condannato i rossoblu al purgatorio della serie B, “favorirono” il pareggio, a 5 minuti dalla fine, di Faccenda, che staccò in area indisturbato da un calcio d’angolo generosamente offerto dal Napoli. Le nazionali di Brasile, Inghilterra, Italia e Uruguay vennero designate teste di serie dalla Confederazione Sportiva Brasiliana (con avallo del Comitato Organizzatore della FIFA) e inserite d’ufficio nei quattro gironi.

Le quattro vincitrici dei suddetti raggruppamenti sarebbero poi confluite in un ulteriore girone finale all’italiana che, caso unico nella storia della rassegna iridata, avrebbe assegnato il titolo alla nazionale prima classificata, senza quindi la disputa di una canonica finale a due (pur se l’ultima partita del raggruppamento finale, tra Brasile e Uruguay, di fatto si rivelò decisiva per la vittoria del mondiale). Il colore giallo dorato simboleggia la potenza della Corea e del Giappone, le fiamme rosse rappresentano il fuoco che è il motore della crescita economica dei due paesi e i quattro triangoli indicano lo sviluppo industriale bilanciato dei due paesi, secondo quanto detto dall’Adidas. La federazione calcistica mondiale era accondiscendente a causa della potenziale opportunità di disputare partite di rilievo in alcuni impianti sportivi di grande capienza della Corea del Nord, tra cui il Rungrado May Day Stadium di Pyongyang, da 150 000 posti, il più grande stadio del mondo, che avrebbe potuto ospitare la finale.