E tu credi che al campionato di calcio tutto vada liscio come lolio? 2002 – La società rinuncia all’iscrizione alla C2 e viene liquidata, nasce il Best Society Calcio Fasano, ammesso nel campionato regionale di Eccellenza. Con le fere esordisce in cadetteria il 14 febbraio 2015 nel pareggio a reti bianche contro il Bologna, subentrando all’ottantunesimo a Fabio Ceravolo. Perde la finale di Coppa Italia Dilettanti Puglia contro il Vigor Trani. Contro tutto e tutti. La Juventus è tutto ciò che la parola famiglia racchiude: unione, sacrificio, aiuto a crescere. Con le soggettività strumentali comandano i peggiori perché, per quanto sopra detto, si è ineluttabilmente condizionati da un’etica economicistica, che contrappone al principio del conviene essere giusti, quello del è giusto ciò che conviene. Una squadra che è tornata ad essere l’orgoglio del calcio italiano alla faccia di tutti i club “Juve merda” disseminati per lo stivale. Io so di essere un tecnico segnato. Sono solo alcuni dei Paesi dove ha trovato spazio in prima pagina il racconto della vergogna dello stadio Olimpico di Roma, dove alcuni tifosi della Lazio hanno affisso decine di adesivi con la figura di Anna Frank con indosso la maglia dell’As Roma.
Mi ha fatto molto piacere ricevere quell’applauso prima dell’inizio della partita, in un momento in cui i tifosi avevano poco da festeggiare visto il momento difficile, con la vittoria che mancava dal 6 gennaio. La forza della Juventus è che quando vinci una partita, per quanto importante, per quanto bella, per quanto spettacolare, il giorno dopo viene cancellata e si pensa sempre a quella successiva. La Juve è stata, ed è, simbolo di integrazione e di riscatto per i meridionali del nord e un trepido amore per quelli nati e cresciuti tra le nebbie. Nord, la voglia di integrazione dei meridionali del Nord, la smania di partecipare ai successi che è la molla di ogni attività umana. Sud trova affinità elettive con la Vecchia Signora torinese anziché, mettiamo, col Napoli, la squadra della capitale del vecchio regno dei Borboni? La Juve è stata, in passato, la squadra che più ha eccitato l’immaginario collettivo: vinceva, e l’identificazione col vincitore è sempre stato lo sport preferito da noi italiani. Per i meridionali, arrivati a Torino con la valigia di cartone, inseguendo il sogno, o il miraggio, del miracolo economico, la Juve è stato il modo per integrarsi con un ambiente quasi sempre ostile.
Gli italiani, si sa, scelgono sempre chi vince e i tifosi proletari della Juve hanno persino dimenticato i rancori di classe: Agnelli, per loro, non è mai stato il padrone, ma soltanto il benefattore che regalava felicità domenicali. Ha tifosi al Nord, dove è di casa, ed ancor più al Sud, dove imparano ad amarla a distanza, attraverso le cronache o le immagini televisive. Sono troppi anni che il brasiliano non è più l’Imperatore dell’Inter, e neanche il goleador visto a Firenze e a Parma. Da molti anni osserviamo il lavoro della Calicanto e durante questa gita abbiamo potuto toccare con mano l’impegno, la professionalità e la passione degli educatori e dei ragazzi. Giocatore di classe sopraffina, esordì in serie A con la maglia grigia della sua città, in Alessandria-Inter 1-1, il 2 giugno 1959 all’età di 15 anni. Per Natale, ho ricevuto da parte di mia sorella Titti un regalo veramente speciale, un oggetto che mette insieme due delle mie grandi passioni, ovvero la musica ed il calcio.Sin da quando ero ragazzino infatti, tra i tanti artisti che mi piaceva ascoltare, erano annoverati anche gli Iron Maiden, gruppo heavy metal britannico, formatosi a Londra nel lontano 1975: qualche mese fa è uscita la notizia che sarebbero venuti a suonare proprio a Padova, la mia città, così ho deciso di acquistare i biglietti ed andare a vederli.
La squadra che un italiano su tre considera la sua “fidanzata” ideale e mentre gli altri due italiani su tre la reputano invece il Male Assoluto. La Nazionale e la Juventus sono state due grandi storie d’amore nella mia vita di allenatore. Sono diventato juventino il primo giorno che sono arrivato a Torino, quando mi sono reso conto quanto la Juventus fosse odiata dal resto delle tifoserie d’Italia. La verità è che io sono ormai juventino nei cromosomi, dovunque mi capitasse di andare. La Juve, nei secoli, è stata la più amata dagli italiani. Il ritorno dei padroni di casa non tarda ad arrivare e la pressione dei rivieraschi tiene nei cinque metri i genovesi ma i continui attacchi si infrangono sulla linea di difesa genovese, dopo alcune fasi finalmente Giulio Torre riesce a rubare l’ ovale e sul ribaltamento di fronte gli Amatori vanno in meta con il capitano, Alessio “Pippuzzo” Testa, prima dell’intervallo gli ospiti marcano ancora una meta nuovamente con Pippuzzo. Ritrovai, per alcuni minuti, nonostante l’occhio esperto di frequentatore di stadi, la stessa meraviglia della prima fluorescenza verde dell’erba di San Siro.