In una storia lunga più di un secolo tante cose belle ha insegnato la Juventus al calcio italiano, concentrando e limitando apprendimento e frequentazione di quelle brutte ad un periodo corto, gli anni appunto Calciopoli. A 18 anni il passaggio nel Santos di Pelè e Neymar, scudetto al primo colpo: “Era un periodo difficile a livello economico e la società decise di portare gran parte della Primavera in squadra: fui promosso anche io. Una storia fatta da squadre indimenticabili e da giocatori che con il loro agonismo e la loro genialità hanno scritto alcune delle pagine più belle ed importanti nel libro del calcio mondiale. Durante questi anni transitano per Avellino tanti futuri campioni e giocatori già affermati, come gli irpini Pasquale Casale (primo irpino a debuttare in serie A con la maglia dell’Avellino) e Fernando De Napoli, Stefano Tacconi, Ottorino Piotti, Andrea Carnevale, Luciano Favero, Beniamino Vignola, Gerónimo Barbadillo, Ramón Díaz, lo storico capitano Adriano Lombardi, Juary, José Dirceu, Angelo Colombo, Walter Schachner, Franco Colomba (allenatore dei lupi nella stagione 2005-2006), Paolo Beruatto, Vincenzo Romano, Angelo Alessio, Gian Pietro Tagliaferri, Alessandro Bertoni e allenatori come Vinicio, Eugenio Bersellini, Rino Marchesi e Ottavio Bianchi.

Infine Juventus vuoi dire passione e amore: la passione che unisce i milioni di tifosi in tutta Italia, in tutto il mondo; l’amore per la maglia bianconera che esplode nei momenti di trionfo e non diminuisce in periodi meno felici. Con la maglia bianconera ho vissuto i momenti più belli della mia carriera: due scudetti, una Coppa dei Campioni (in una serata tristissima), una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale in cinque stagioni. Il 20 maggio 2012, nella sfortunata finale di Coppa Italia contro il Napoli, la Juventus scende in campo con un distintivo speciale sulla maglia per celebrare l’ultima partita in bianconero del suo numero dieci. Peraltro non sarebbe nemmeno problematico come nel caso di Neymar, perché FIFA ha accordi con tutte le squadre, Juve compresa, quindi basterebbe modificare la maglia. Nei campionati successivi la compagine irpina non riuscì a vincere il proprio girone, ma al termine della stagione 1958-1959, chiusa al terzo posto nel girone H, fu comunque ammessa alla Serie C allargata a tre gironi per motivi di rappresentanza geografica. Terza Categoria di Firenze e dalle giovanili è arrivata al professionismo (Serie A con la Scalese), la calciatrice Francesca Lucente e l’FBC Cambiano United 1997 A.S.D.

Si sa, la Juve è la fidanzata d’Italia: dalle Alpi a Pantelleria, siti maglie calcio affidabili da sempre battono cuori bianconeri. Dalle Alpi a Pantelleria, non c’è zona dove il tifo bianconero non abbia profonde radici. Non esiste, da Bolzano a Pantelleria, una squadra che abbia un tale seguito, numerico e passionale, come la Juve. O magari davanti alla TV quando guardi la partita della tua squadra del cuore! In seguito le prime volte che abbiamo iniziato ad avere dei ruoli più definiti in campo ho giocato innanzitutto come attaccante: ero schierato o come seconda punta nel duo offensivo o, se davanti eravamo in tre, come esterno, sia a destra sia a sinistra”. La conoscenza dell’Avvocato e di suo fratello Umberto, mi fece comprendere l’importanza e il significato di una dinastia unica legata al club, una storia affascinante vissuta con personaggi di grande carisma e competenza, nel rispetto della tradizione di famiglia. Agnelli non erano solo questo, erano e sono una famiglia legata al calcio non per interessi esclusivamente finanziari.

Se continuo a ricevere premi e se sono entrato nella Hall of Fame del calcio italiano lo devo a una società che mi ha acquistato e mi ha aiutato a diventare un calciatore vincente. La Juve mi ha insegnato tanto e io sono rimasto molto affezionato a questa società e alla squadra di quei fantastici anni. La società è fondamentale, e la Juventus è un modello praticamente unico nel mondo. Federico Micali, nato a Firenze nel 1971 (avvocato oltre che regista) proviene da diverse esperienze artistiche in campo teatrale e video-cinematografico. Sono successi che un calciatore può raggiungere solo se gioca in una grandissima squadra. Quando vinci a Napoli, è la vittoria più bella del mondo perché’ non sono solo i giocatori a vincere, ma è la città e la sua gente che vince. Certe volte la gente per strada mi chiede di non parlare solo contro il Milan, ma anche contro la Juventus. Quel mare che era un po’ presagio visto che il padre Cecco, che gli trasmise la passoine, giocava contro squadre come l’HMS Cheqwers, formazione sbarcata dall’omonima corazzata inglese ancorata dentro l’arsenale subito dopo la guerra. Contro tutto e tutti. Tutto questo appariva remoto, di là dalla tomba, e l’idea di ricevere qualche notizia mi faceva spavento.

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