Con l’aumentare delle temperature puoi scegliere le maglie da calcio da uomo con tecnologia Nike Dri-FIT, pensata per allontanare il sudore dal corpo e disperderlo sulla superficie del tessuto: l’ideale per sentirti sempre fresco e concentrato. La pubblico, inaspettatamente gira e piace anche a qualcuno, uno giorno me la ritrovo in giro per i siti sportivi. Acquistato l’ultimo giorno di mercato come ripiego dell’affare Biabiany, l’esterno di scuola Atalanta si è conquistato la maglia da titolare a suon di grandi prestazioni, mettendo in ombra più quotati compagni. Queste tragedie sono difficili da accettare eppure, citando le parole che mi ha detto Morgan de Sanctis, ex compagno di squadra di entrambi, hanno costretto per qualche giorno quotidiani e televisioni a mettere da parte notizie irrilevanti e riempire i loro spazi parlando di due ragazzi semplici che tutti ricorderanno sempre. Conserverò per tutta la vita le loro maglie con un affetto particolare; in particolare l’ultima del Livorno che mi venne consegnata dal magazziniere perchè sapeva che Piermario l’aveva tenuta da parte per me e quella della nazionale di Davide perché il suo unico goal con la maglia dell’Italia glielo preannunciai via messaggio prima della finale ¾ posto alla Confederation Cup.

Ovvio che mi porto a bordo il biscione, ma in quel forma lo metto su una maglia? Dopo dieci munti che era online mi ha scritto “questa la facciamo” Non vi nascondo che il momento più emozionante è cercare di raccontare la tua maglia, di spiegarla a chi le darà forma e di attendere che ago e filo facciano il loro lavoro dando, come per magia, vita ad una tua idea. La vita ci ha privato troppo presto di due persone squisite, un venticinquenne che giocava con il numero 25 sulle spalle ed un trentunenne che giocava con il numero 13, due bergamaschi che hanno unito l’Italia e che meritano di riposare in pace nel ricordo di chi gli ha voluto bene. I giocatori di football professionisti che hanno indossato la maglia numero 27 includono Ken Houston, Robert Hubbard e Brandon Jacobs. Quello che mi colpì della mia nuova maglia era che aveva una scritta bianca sopra un rettangolo nero, maglia roma quelle del baule dei miei prozii no. Mia madre è morta di tubercolosi quando avevo sei anni. Sarà lo sponsor tecnico, sarà lo sponsor commerciale, sarà che la maglia crociata l’abbiamo già rispolverata, sarà che Copa Football ha fatto la maglia del ’65 che mi fa impazzire, non lo so, ma è davvero necessaria un maglia dedicata ai 110 anni?

Con adidas che si gode il primato di sponsor tecnico più presente da almeno 40 anni sulla scena degli Europei di calcio: così tanto presente che – dicono i maligni – ha addirittura reso invisibile il marchio sulle divise degli arbitri. Indicato sia per adulti che per bambini, è il nostro BEST SELLER da diversi anni. Lo so, non è un concetto facile, la maglia è un meccanismo passivo, qualcuno la fa e io la prendo, una convenzione per comodità e basata sulla fiducia del tifoso nei confronti di chi la realizza. Sempre corretti, disponibili verso i compagni e i componenti dello staff, sensibili nei confronti di chi stava loro attorno, Davide e Piermario erano e sempre saranno un esempio per i più piccoli ai quali, attraverso le loro storie, avrebbero sicuramente voluto far capire che lo sport comporta anche dei sacrifici, che bisogna essere uomini prima di calciatori e che alla base di tutto vige sempre il rispetto delle regole e degli avversari. QUARTA CATEGORIA – Gli uomini di mister Luca Brienza e Marco Spinelli hanno chiuso l’annata al secondo posto. “Questa mostra – ha spiegato ai giornalisti presenti il presidente Tisci – ha l’obiettivo di rinsaldare il legame fra i colori azzurri e gli appassionati di questo sport attraverso un itinerario cronologico che fa rivivere i momenti più avvincenti della storia della Federcalcio.

In contrapposizione, in questi mesi, ho cercato di immaginarle con riferimenti storici, dettagli identificativi, colori tradizionali, simbologia a e forme classiche mixando il tutto. Non deve avere sponsor, non deve avere brand, non deve avere plastica, non deve non avere i colori giusti. Cosa deve avere un maglia che voglio lasciare nel baule ai miei nipoti? Se ci lasciamo passare tutto sotto il naso, finirà che i miei nipoti avranno la maglia rosa e gialla a strisce diagonali e saranno pure contenti di averla. Non vi nascondo che in meno di 2 orette la maglia viene su da sola, le scelte stilistiche sono inevitabili, l’eleganza del 1908-10, strisce strette da camicia senza esagerare, colletto con strisce, 4 bottoni come nel 1912. Ok ora la maglia esiste, ma solo in grafica. Dopo questo mio percorso forse potete immaginare l’insofferenza e la frizzante noia di culo che posso provare quando vedo l’ennesimo stock di catalogo sempre uguale, in plastica, con delle strisce nelle strisce a resa discontinua spacciate per “innovative perché si ispirano allo skyline di Milano“. In questi mesi ho provato più volte ad immaginarmi un maglia che celebri tale avvenimento (sbaglio a pensare che debba essere scontato che per quella data debba esistere un maglia celebrativa? E non intendo una patch da 400 euro), ma senza mai sentirmi soddisfatto davvero.

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