I primi campi da calcio di Mantova, ai primi del Novecento, erano ubicati in Piazza Virgiliana e in Piazza Lega Lombarda. Dal 9 ottobre 2021 le selezioni societarie si allenano presso il centro sportivo Mantovanello, situato a Borgochiesanuova, un quartiere periferico di Mantova, a circa 4.2 km dallo stadio casalingo. L’ulteriore fallimento e rifondazione del Mantova, avvenuto nel 2017, impose nuovamente alla società di adottare transitoriamente uno stemma diverso: ne risultò un ancile palato bianco-rosso, recante a mezza altezza una fascia ricurva bianca contenente il nome sociale, mentre nella parte inferiore s’inseriva un cerchio azzurro contenente la già citata testa di Virgilio. A diffondere la notizia per primo è stato il sito L’ultimaribattuta diretto da Guido Paglia, già capo della comunicazione della Lazio. L’inno della squadra s’intitola Forza Mantova ed è stato composto dal noto musicista e compositore mantovano Giancarlo Pasquini, in arte Dave Rodgers. Un grandissimo colpo, solo in ritardo di almeno 5 anni (storicamente in ogni mercato da quando aveva 18 anni El Niño è sempre stato accostato al Milan).

Per questo faccio il tifo per il Como, ma anche per l’Udinese perché per molti anni ho avuto come assistente prima alla Cooper Union University e poi in studio, Guido Zuliani, un caro amico che è appunto di Udine e oltre all’amicizia apprezzo il modo in cui questa società si è molto ben organizzata con il nuovo stadio, la ricerca dei giovani talenti, eccetera. La sede del tifo organizzato magliese risiede nella Gradinata Est dello stadio Antonio Tamborino Frisari. La sede degli allenamenti del Castel Rigone era il campo sportivo in erba sintetica di Prepo, a Perugia. La sede sociale è ubicata in Viale Te 7, nei locali dello stadio Danilo Martelli di Mantova. 19 giugno 1926 – Assume la denominazione sociale di Società Sportiva Lazio. 2010 – Nell’estate, un nuovo sodalizio cittadino riparte per meriti sportivi dal campionato di Serie D con la denominazione di Mantova Football Club. 2002 – Cambia denominazione in Associazione Calcio Mantova.

Basandosi sul modello europeo, le altre confederazioni crearono competizioni simili: in Sudamerica la CONMEBOL organizzò la Copa Campeones de América (dal 1965 denominata Coppa Libertadores, in spagnolo Copa Libertadores de América) dal 1960 per i vincitori del campionato nazionale, la Coppa CONMEBOL dal 1992 al 1999 (equivalente della Coppa UEFA), la Coppa Mercosur e la Coppa Merconorte dal 1998 al 2001, confluite dal 2002 nella Copa Sudamericana (equivalente della UEFA Europa League) e dal 2003 la Recopa Sudamericana (equivalente della Supercoppa UEFA). Nel 2002 venne introdotta una significativa variante di tale stemma: l’allora presidente del Centro di Coordinamento Mantova Club Davide Mondin e l’allora addetto stampa della società Lucio Castelli trovarono infatti un vecchio gagliardetto del Mantova (risalente agli anni 1950-1960), nel quale l’emblema circolare summenzionato era inserito all’interno di uno scudetto partito bianco-rosso. Negli anni 1960, in coincidenza con un periodo nel quale la squadra ebbe una crisi di risultati, la divisa venne mutata in una semplice maglia monocroma rossa abbinata a pantaloncini bianchi. La maglia esterna tende invece a ricalcare lo schema della principale, ma a tinte invertite (banda bianca su campo rosso). Nel 1956 la raffineria petrolifera mantovana OZO divenne sponsor del club, cui impose un cambio di colori sociali: la divisa passò dallo schema bianco-azzurro al bianco-rosso (tinte mutuate dal marchio commerciale della raffineria).

Nei primi anni trenta fu progettato e costruito il nuovo stadio polisportivo (provvisto anche di velodromo e pista d’atletica), che dal 1931 al 1936 fu intitolato a Benito Mussolini, che aveva ottenuto la cittadinanza onoraria. La divisa con la sbarra (comunemente denominata bianco-bandata) tornò ad essere impiegata occasionalmente in alcune partite degli anni 1990: il suo definitivo recupero si deve all’iniziativa del patron Fabrizio Lori ai primi del terzo millennio. Se la materia autoreattiva non può soddisfare tali criteri se non in un imballaggio di dimensioni inferiori a quelle indicate per il metodo di imballaggio OP6A o OP6B, deve essere assegnata a tale materia il metodo di imballaggio corrispondente avente un numero OP meno elevato. La struttura di base (che integra tali due emblemi in un cerchio partito, con la croce a sinistra e mezzo disco azzurro a destra) è rimasta pressoché inalterato oltre mezzo secolo. Dal secondo dopoguerra in poi lo stemma societario delle varie realtà che hanno portato il nome Mantova si articola su due elementi: lo stemma araldico cittadino (d’argento alla croce piena di rosso accantonata alla destra del capo della testa di Virgilio al naturale posta di fronte, attorcigliata di un serto di alloro) e un disco celeste (allusione al primo colore sociale indossato dai virgiliani, maglia del lazio in uso fino agli anni 1950 e poi sostituito dal bianco-rosso).

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