Tra gli obiettivi del decreto-legge in esame rientrano lo sviluppo dell’attività imprenditoriale, l’«efficientamento» e la diversificazione delle fonti di energia e, ancora, il potenziamento dell’attività della pubblica amministrazione e il rilancio delle privatizzazioni, lo sviluppo delle città e dell’edilizia residenziale, le misure per la semplificazione e l’accelerazione delle procedure amministrative, la salvaguardia del potere d’acquisto delle famiglie e sul costo della vita e l’attività di impresa, nonché per la semplificazione dei rapporti di lavoro tali da determinare effetti positivi in termini di crescita economica e sociale. Lo abbiamo visto nei primi provvedimenti del Governo sull’ICI, oggi con una manovra che punta allo sviluppo; abbiamo visto che sono stati trattati alcuni dei temi più importanti per la vita economica e sociale del Paese in questa manovra. Ci sono alcuni temi che a noi stanno particolarmente a cuore e che hanno un risvolto sociale importante, ad esempio la politica per la famiglia, che sono stati affrontati e in parte risolti con l’aiuto di tutti.
Ce ne sono altri che sono innovativi come l’utilizzo delle somme confiscate da parte delle procure e, comunque, il porsi questo problema nelle Commissioni affinché venga risolto, è uno di quei temi che meriterà quanto prima l’attenzione del Parlamento. Alcuni tagli effettuati agli enti locali, alcune discrasie che erano classiche da decenni, i fondi confiscati dalle procure che nessuno sa quanti possano essere, dove siano e che non solo non forniscono alcun reddito o utilità allo Stato ma causano persino, paradossalmente, dei costi, sono tutti argomenti di carattere innovativo affrontati in questa riforma. È chiaro che sono stati effettuati anche dei tagli che, come sappiamo tutti noi, sono in parte dolorosi, in parte impopolari e certamente possono creare qualche frizione tra gli stessi appartenenti all’Esecutivo. Lo stesso vale per il piano casa in cui i suggerimenti delle opposizioni sono stati assunti spesso come propri da parte della maggioranza e dei relatori e votati favorevolmente da tutti. Voi sapete bene, e in questo vi chiedo il rispetto del lavoro che è stato svolto anche di notte e di mattina presto da parte di tutti, che i contributi dell’opposizione e di ciascun intervento all’interno delle Commissioni, sono stati seriamente ascoltati, presi in considerazione e spesso fatti propri dalle Commissioni nella loro interezza.
È stato detto prima da alcuni colleghi dell’opposizione che questa è una legge finanziaria anticipata in maniera innovativa. Ciò significa che il modus operandi delle Commissioni non è stato certamente di parte ma ha voluto comprendere, tenere in conto e rispettare i suggerimenti tecnici condivisi, anche dell’opposizione. Sono tutti argomenti che sono stati affrontati nelle Commissioni con un ruolo fondamentale che il presidente Conte e il presidente Giorgetti hanno fatto svolgere all’opposizione. Molto di quanto è stato fatto su alcuni degli argomenti salienti che toccano il nostro Paese (penso all’intervento sulla Robin tax, al piano case, ai molti interventi che il Ministro Tremonti ha voluto personalmente e che noi abbiamo analizzato nelle Commissioni) rappresenta soluzioniPag. Ritengo, inoltre, che la ricerca di questi fondi, già trovati a luglio, che permette di evitare di correre con il cappello in mano gli ultimi giorni di dicembre dal Ministro dell’economia e delle finanze, ponga un problema ulteriore e la necessità di compiere un passo ulteriore, che è caro al Gruppo della sussidiarietà e a molti colleghi della maggioranza e dell’opposizione: rendere il 5 per mille una misura stabile, in modo tale che ogni anno non si debba richiedere e ricorrere a queste forme improvvise di finanziamento.
Non dimentichiamoci, colleghi, che un provvedimento importante come quello del 5 per mille che sostiene e ha sostenuto tutto il mondo delle ONLUS e del volontariato italiano, aveva portato negli scorsi esercizi, durante il Governo Prodi, il Gruppo per la sussidiarietà – compreso chi vi parla ma anche molti colleghi di entrambi gli schieramenti – ad andare con il cappello in mano dal Ministro dell’economia e delle finanze all’ultimo secondo, quasi al 30 dicembre, a chiedere che il 5 per mille venisse finanziato. Tuttavia, non dimentichiamo che è stata la situazione economica generale a imporre al Ministro e al Parlamento questa anticipazione dei tempi. Ma certo, considerato – come è stato ricordato – che qualcuno si è vantato che in nove minuti e mezzo il Consiglio dei Ministri ha approvato, d’un colpo, questa manovra finanziaria, probabilmente non c’era da aspettarsi il rispetto delle regole, perché si è cercato comunque di forzare i tempi anche nei lavori delle Commissioni e dell’Assemblea, anche se devo riconoscere che i due presidenti di Commissione hanno avuto un atteggiamento responsabile nei confronti dei gruppi di opposizione e hanno probabilmente sofferto anch’essi, in parte, queste forzature portate avanti dal Governo, il quale ha continuato a sfornare emendamenti anche nel corso della famosa ultima notte, emendamenti che spesso erano anche in contraddizione con tanti proclami.
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