Signor Presidente, il comma 4 dell’articolo 116 del nostro Regolamento prevede che la questione di fiducia non possa essere posta, tra l’altro, su proposte di modifica del Regolamento. PRESIDENTE. Per quanto riguarda le osservazioni rappresentate dall’onorevole Giachetti, con il richiamo all’articolo 116, comma 4, del nostro Regolamento, la Presidenza ritiene di dover comunicare che il vaglio di ammissibilità che deve tener conto, proprio in quanto vaglio di ammissibilità, della coerenza con il Regolamento e con tutti principi parlamentari, è stato realizzato, e non può che essere realizzato, con l’ausilio degli uffici, sul contenuto del maxiemendamento e non sulle dichiarazioni del Ministro Tremonti o di qualunque altra persona. 47propria dalla Presidenza della Camera, proprio per garantire a tutto il Parlamento di procedere, nell’ambito della discussione sulle linee generali e nel prosieguo dell’iter dei lavori, a discutere del maxiemendamento con la conoscenza dovuta. Quello che non è mai accaduto è che venga presentato un maxiemendamento prima di una discussione sulle linee generali. Vorrei anche dirle signor Presidente che la sua risposta all’onorevole Evangelisti è una risposta che sappiamo apprezzare per la parte in cui risponde, ma il problema che il collega Evangelisti le ha sottolineato – e almeno questo si potrebbe evitare che diventi un precedente, soprattutto per quelli che verranno eletti dopo di noi – riguarda la presentazione di un maxiemendamento collegato alla questione della possibile richiesta di fiducia – lei sa perfettamente che quel maxiemendamento può essere presentato solo in funzione del fatto che viene preannunciata la fiducia – prima dello svolgimento della discussione sulle linee generali.
Si recupera anche il concetto di equità e giustizia sociale, quando si dispone che l’alimentazione del Fondo di solidarietà per i cittadini meno abbienti avvenga con importi derivati dal recupero delle maggiori imposte sostitutive dovute dalle banche e che la carta per gli acquisti venga concessa ai cittadini residenti che versano in condizioni di particolare disagio, ma solo di cittadinanza italiana. Le deroghe all’affidamento diretto sono previste solo per le società a capitale interamente pubblico, che abbiano le caratteristiche per la gestione in house, e le società miste pubblico-privato, anche quotate in borsa, partecipate dall’ente locale, ma a condizione che il socio privato sia scelto con gara ad evidenza pubblica. Ma vi rendete conto che, facendo un simile regalo ai concessionari, senza gara e a tanti anni di distanza, si danneggiano gli utenti? 112 che stiamo analizzando si inserisce all’interno di una manovra triennale (articolata su un decreto-legge e un disegno di legge a cui si aggiunge il DPEF per gli anni 2009-2013) per il varo di disposizioni innovative complessivamente volte a promuovere lo sviluppo, a restituire il potere di acquisto ai cittadini, a razionalizzare l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione amministrativa, a perseguire obiettiviPag. Con l’articolo 20 si prevede l’estensione dell’assicurazione per la maternità e la malattia ai dipendenti delle imprese pubbliche, come per l’assicurazione volontaria, ma soprattutto, nel comma 10, si stabilisce che gli assegni sociali siano corrisposti agli aventi diritto, a condizione che siano residenti in via continuativa nel territorio nazionale per almeno dieci anni.
Molte semplificazioni anche nel campo della giustizia, in attesa di un riordino generale, volto a snellire il processo: comunicazioni e notificazioni avverranno per via telematica e si avranno nuove norme per la razionalizzazione del processo di lavoro tributario e amministrativo. A testimonianza di questo legame sono nate la “Napoli-dori” in Giappone e la “Via Kagoshima” nel cuore di Napoli, rafforzando ulteriormente il legame tra le due città. L’Udinese sente il profumo dell’impresa contro il Napoli, ma poi deve arrendersi alla strapotenza dell’armata di Antonio Conte. Poiché però il Ministro Tremonti – non lo dico io, ma il ministro stesso -, nel suo maxiemendamento, discostandosi da quanto deciso dalle Commissioni, che di proposito hanno voluto tenere fuori questa materia, inserisce una sostanziale modifica del Regolamento, che porta alla non emendabilità di alcuni provvedimenti che fanno parte della manovra economica, cambiando sostanzialmente (occorre capire poi materialmente come ciò accade) il nostro Regolamento, su questa materia, signor Presidente, viene meno la possibilità di porre la questione di fiducia. La manovra, infatti, non protegge in alcun modo le famiglie dal pesante attacco portato alla loro sostenibilità quotidiana dai prezzi, dalle tariffe, dalla riduzione drastica del potere d’acquisto, dalla mancata rivalutazione degli stipendi, dei salari e delle pensioni.
Si segnala una «stretta» anche sulle consulenze e massima trasparenza sui compensi pagati dalla pubblica amministrazione e dagli enti pubblici, lotta all’assenteismo, una busta paga più leggera per chi presenta falsi certificati medici o timbra il cartellino e poi lascia l’ufficio, blocco del turn over dei dipendenti pubblici, riduzione del numero degli insegnanti. È assolutamente comprensibile che vi sia un problema del genere in relazione alla discussione di un decreto-legge, possiamo anche immaginare che la soluzione di questo problema sia la posizione della questione di fiducia. Pertanto, il vaglio di ammissibilità del maxiemendamento ha tenuto conto anche dell’articolo 116, comma 4, del Regolamento, in quanto nessun maxiemendamento, né la posizione della questione di fiducia, possono implicare modifiche regolamentari. Con grande titubanza, con molta delegificazione, che lascia poi un «canovaccio» molto indistinto e molto indecifrabile al lettore, e direi anche con delle contraddizioni in termini. 103ed offre una prospettiva di ripiegamento e di rinuncia alla spinta verso la modernizzazione, che oggi, invece, è la grande missione e la grande sfida da svolgere nel nostro Paese. In funzione del rapporto tra la crescita del Paese e l’ammontare complessivo della spesa. Non rinunceremo, in sostanza, a lavorare in Parlamento, a percorrere tutte le strade per costruire quelle politiche tese a coniugare risanamento, crescita ed equità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
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